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2017 - 57a  Esposizione Internazionale d'arte, Biennale Venezia

2017 - 57th International Art Exhibition, Venice Biennale

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Esposizione Padiglione Guatemala Biennal Arte 2017

Intervista al curatore dell'esposizione Daniele Radini Tedeschi

Giardini del Padiglione Guatemala - Mirella Barberio Intervistata

Exhibition entitled "La Marge", text of Daniele Radini Tedeschi

 

Palazzo Albrizzi Capello is home to the 57th International Art Exhibition - Venice Biennale,
Promoted by the Ministry of Culture of Guatemala

 

Il curatore Daniele Radini Tedeschi presenta la mostra 'La Marge'

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Mirella Barberio con il Ministro della Cultura del Guatemala  e copn il curatore della mostra Daniele Radini Tedeschi

 

The artists who exhibited at the 57th International Art Exposition - Venice Biennale

Exposed work

    “Oltre il margine”, 2017 - Olio su tela e materiali vari,  cm. 69 x 86,5 x 4,5.

     “Over the edge”, 2017 -  Oil on canvas and various materials, cm 69 x 86,5 x 4,5  

Descrizione dell'opera

Premessa L’opera va esplorata partendo dalla componente posta in basso a sinistra e, viva via, sino all’ultimo comparto a destra contenente il pentagramma e le note dorate indicanti il confine tra immanenza e trascendenza dall’uomo superato.      

Il progetto culturale “La Marge”, è stato concepito per ideare opere che esplorino il nesso tra realtà materiale e spiritualità, pertanto ho elaborato la seguente riflessione. La scienza attuale, parte di un contesto culturale più ampio e articolato, induce a pensare che l’Universo sia un mare le cui onde siano generate da campi di quanti, i quali, con forze immani e senza sosta, collidono: attività possente che modella la materia, la quale evolve adottando le regole di mutamento geometrico-matematiche. Per elaborare il significato, ho posto l’attenzione anzitutto sul fatto che sì in Natura, maestra severa ma anche cornucopia per l’Umanità, la materia procede da forme atomiche “elementari”, scegliendo un preciso ordine (es. sezione aurea, simmetria, ecc) e, via via, va verso altre più complesse, colorate, incantevoli, atte a coinvolgere i sensi dei viventi, quasi infondendo in essi un’“estetica naturale”; dipoi, però, ho considerato il fatto che queste forme, nonostante appaiano così affascinanti da ispirare l’estasi, sollecitano con forza l’esigenza di varcare il confine percepito tra l’immanenza, che esse rappresentano e la trascendenza intesa nel suo originario senso di “salire al disopra” dei fenomeni captati dai sensi. Seguitando, ho correlato il significante al significato, attuando un percorso estetico punteggiato da vari materiali ─ frammenti di rocce: simboli della materia “grezza” primigenia; conchiglie: simboli e della geometria universale (es. la conchiglia del Nautilus sviluppatasi in virtù della sezione aurea) e dell’apparato genitale femminile, fonte di vita; corallo: simbolo dell’Albero asse del Mondo, dell’Acqua origine del Mondo, del Rosso-sangue tramite di vita e di generazione; ambra: fonte d’ispirazione per diversi miti (es. le sorelle di Fetonte che, trasformato da Zeus in albero, piangono ambra); lacerti di piante di varie essenze, fonti primarie di cibo, di materiali, di strumenti, di sostanze chimiche vitali; fiori: simboli del sole; semi: quello del mais (Zea mays) simbolo di vita, e quello del cacao simbolo del cuore umano reciso durante i riti sacrificali; piume di pavone: simboli, presso molte culture, della nascita, di una nuova crescita, della longevità, dell'amore, della primavera e di concetti complessi; farfalle, simboli tanto della speranza di ascendere dalla condizione terrestre alla luce,  quanto della  morte; in  Giappone  una   farfalla indica la donna giovane, due farfalle che danzano raccontano la felicità coniugale; in Cina manifestano l’incanto dell’innamorato, oppure l’amata morta che sale al cielo; in Messico sono simboli del dio della vegetazione Xochipilli, quindi simboli del fuoco sfavillante collegato col sole, e, infine, del viatico quando sono dipinte in rosso sulla schiena del defunto; in lingua Atzeca si chiamano “papalotl”, un vocabolo assai simile al Latino “papilio” e rivelano tanto la dea Itzpapalot, spirito delle stelle, quanto le anime delle donne morte di parto; cannella: pianta consacrata al sole ed era considerata divina al pari della mirra e dell'incenso; oro: che, secondo molte culture, è anzitutto ritenuto come simbolo, poiché, come ogni metallo, è estratto, quindi legato alla creazione e alla trasformazione, ed è rapportato all’essere umano il quale dev’essere purificato, secondariamente perché era pensato resistente al tempo, inossidabile, più lucente dell’argento, più prezioso del bronzo, quindi associato alla catarsi che conduce l’uomo alla verità eterna e, infine, associato al fuoco della vita, ed anche alla purezza del pensiero e della parola ─. La lettura dell’opera, deve avvenire dal basso verso l’alto, per cogliere, nella parte conclusiva, lo sforzo attuato per superare lo iato avvertito proprio tra natura e sovrannaturale: una ansiosa urgenza dovuta all’ominazione percipiente, che è comunicata qui tramite la scrittura musicale in oro, una sintesi tra suono e luce: i suoni sono simbolici giacché pensati come generatori invisibili dell’Universo, del naturale ritmo del cuore, del melodico soffio del vento e, infine, come stimolatori della psiche umana, esplicantesi in una varia gamma di emozioni, di visioni oniriche, di intuizioni poetiche, che stimolano il potere creativo del’individuo teso a “dialogare” col sovrastante Mondo; la luce, la quale recepita alla nascita, con vigorosa emotività, diviene poi altamente simbolica: luce, φς (phos) che in greco significa pure "rendere manifesto", dagli albori è divenuta simbolo dato che è stata pensata come fonte fisica e metafisica di chiarore spirituale. Queste materie, usate in molte culture, per produrre monodie e polifonie contemplative o icone od oggetti assai simbolici, sono, dunque, tra le vie più pregnanti per marcare il tentativo di pervenire al Senso Ultimo del viaggio intrapreso dall’Umanità tutta.

Description of the work

Introduction - The work should be explored starting from the component placed in the lower left and, living on, until the last segment on the right containing the pentagram and golden notes indicating the boundary between immanence and transcendence man passed.  

Culture project ‘La Marge’ is designed to foster art concepts that explore the nexus between material reality and things of a spiritual nature.  As part of a wider, more articulated cultural context, contemporary science suggests that the Universe is an ocean whose waves are generated by the uninterrupted collision of huge quantum fields: this powerful activity models matter, that evolves in accordance with the rules of geometry and mathematics. We may hence argue that, in Nature, a severe master and a store of abundance for humankind, matter proceeds from elementary atomic forms, choosing a precise order, e. g. geometry’s golden ratio or symmetry, to increasingly complex, colored, enchanting patterns, apt to involve the senses of the living, as if to infuse them with a natural aesthetics; also, we may argue that while their apparent fascination is such that it inspires ecstasy, these configurations work powerfully to cause the mind to surpass its perception of a boundary between immanence, which they represent, and transcendence, intended in its original Latin meaning as scandere, or climbing above, beyond the experience of the senses. Consistent with this discussion, my work correlates signifier/signifiant and signified/signifié in an aesthetics punctuated by various materials: rock fragments, as symbols of primogenial raw matter; shells, as simbols of both the geometry of the universe, e.g. the golden ratio based development of nautilus shells, and of female genitals, the origin of life; coral, a symbolic axis mundi, or world tree, associated with ocean water, the origin of the world, and red, the color of blood that is life giving and a determinant of lineage; amber, mythologized in ancient symbolic narration, e.g. the sisters of Phaeton, transformed by Zeus into the tree, crying amber; fragments of plants, a primary source of nourishment, materials, tools and vital chemical substances; flowers as symbols of the sun; seeds, including corn, or Zea mays, a symbol of life, and cocoa, or the symbol of human heart, severed from the body in ritual sacrifices; peacock feathers, complex cultural symbols associated with birth, new growth, longevity, love, springtime; butterflies, a symbolization of hope as the human aspiration to ascend from a terrestrial condition to light, and of death: in Japan, a butterfly epitomizes female youth, while two butterflies dancing tell a story of conjugal happiness; in China, butterflies are recognized as a visual expression of the enchantement of love, or as a representation of a dead lover ascending to the sky; in Mexico, butterflies symbolize Aztec god of flowers Xochipilli, and the sparkling of fire associated with the sun; butterflies are also painted in red on the back of dead people’s bodies as a provision and a blessing on their journey; quite similar to the Latin term papilio, the Aztec word for butterfly is papalotl, identifying both goddess Itzpapalotl, or the spirit of shining stars, and the souls of women dead after childbirth; cinnamon was a consecrated plant in the sun and was considered a divine plant like myrrh and incense; gold, in its primary symbolism as a metal, mined and extracted, hence associated with the act of creating and processing, also central to purification rituals; valued for its durability, resistance to tarnish and corrosion, more lustrous than silver, more precious than bronze, gold is associated with the catharsis that leads man to eternal truth, with fire as an essential element for life and with purity of thought and speech.  A bottom up approach is fundamental to understanding my work, as I have finally tried to move beyond a perception of the hiatus between nature and the supernatural: a sense of both urgency and anxiety vis-à-vis the perception of hominization, communicated through musical notation in gold paint, a synthesis of sound and light: sounds are symbols as I have conceived them as invisible generators of the universe, of the natural rhythm of the heart, the melody of the wind blowing and, finally, as stimulators of the human psyche, manifested in a wide range of emotions, dreamlike visions, poetic intuitions that stimulate individual creativity as it engages in a dialog with the World above; light as we receive it at birth, in the vigor of emotions becomes highly symbolic: light, φς in Greek, which also means ‘to make apparent’, has been a symbol since early in human culture in that it has been thought of as a source, both physical and metaphysical, of spiritual clarity. Used in many cultures to produce contemplative music in the form of monodies and polyphonies or icons and other very symbolic objects, these materials are increasingly rich in implication to enable the endeavor to attain the ultimate purpose of the journey of Man.  

 

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