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La sollecitazione estetica e i significati dell'architettura contemporanea

The aesthetic solicitation and the meanings of contemporary architecture

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Lo studio dell'architettura mi ha sempre appassionata molto, giacché in essa noi ci muoviamo e viviamo quotidianamente, da essa siamo condizionati anche se l’agiamo distrattamente e, infine, anche perché essa esercita su di noi un forte impatto storico e sociale.

In questa sezione ho voluto ripercorrere sinteticamente, con gli esempi che nel corso degli anni più mi hanno affascinata, le mie riflessioni su siffatto tipo di comunicazione visiva. Meditazioni inerenti sia quelle acquisite dorante gli studi accademici sia quelle ottenute nel corso del tempo, le quali mi hanno condotto a considerare il fatto che l’architettura, in età postmoderna e successivamente,  si è appropriata particolarmente delle geometrie non euclidee, elaborate mediante l'uso di potenti e sofisticati software, i quali, a loro volta, permettono di progettare qualsiasi forma delle piante, degli elevati e delle superfici di un edificio, tramite le quali gli architetti, dagli anni ‘70-'80 circa in poi, hanno composto le loro costruzioni. 

Le forme proposte e realizzate dall’architetto danese Jørn Utzon, sostenitore dell’‘architettura additiva’ e quelle elaborate dai de-costruttivisti, ad esempio dall’architetto canadese Frank O. Gehry o da Zaha Hadid, architetto iraniana — i quali esibiscono un alto grado di astrazione — sono maggiormente assimilabili alle forme prodotte dalla natura, rispetto a quelle proposte e materializzate nei millenni precedenti in occidente. Questo è il motivo per cui  esse sollecitano in me suggestioni notevoli, al pari di quelle che provo quando elaboro le mie opere.

 

Premessa

Metageometria o geometria non euclidea

Una geometria non euclidea è una geometria costruita negando o non accettando alcuni postulati euclidei.   Giovanni Gerolamo Saccheri, nel 1733, credendo di esservi riuscito, pubblica Euclides ab omni naevo vindicatus. Anche se difettosa e passata sotto silenzio, la dimostrazione per assurdo di Saccheri indicò la strada per la creazione di geometrie non euclidee, nella speranza di portarle a una contraddizione. Opera questa in cui si impegnarono molti uomini di scienza tra il XVIII e il XIX secolo.

Due rette aventi una perpendicolare in comune nelle tre geometrie. Nella geometria iperbolica le rette divergono, ed è quindi possibile trovare molte rette parallele (cioè che non si intersecano).  Nella geometria ellittica le rette convergono e quindi non esistono rette parallele.

Architettura arcaica e classica

Esempi di costruzione con tholos

Costruzione funeraria, a pianta circolare terminante a cupola, diffusa in età arcaica in area mediterranea. Le tombe a thòlos (al plurale tholoi), che in greco antico significa cupola, sono monumenti funerari risalenti come tipologia alla tarda età del bronzo. Sono costituiti da un vano circolare, spesso sottostante ad un tumulo di terra e coperto con cerchi concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione più o meno ogivale.    Questo tipo di costruzione è stata spiegata tenendo presente le abitazioni preistoriche a pianta circolare, (Bulle) ricostruite congetturalmente con copertura ogivale e le capanne seminterrate a peristasi lignea.

 

Costruzione rurale.. Circa "Caciara" dei monti abruzzesi, 1500 a.C.

Pilo di Messenia - Tomba a tholos nei pressi del Palazzo di Nestore, epoca arcaica.

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Modello di tempio greco a pianta rotonda

Tempio di Asclepio, periptero, dorico con 6 x 11 colonne. Cella interna diptera in antis, senza opistodom

Ercole olivario, 120 a.C. Roma

Esempi tombe e templi greci a pianta rettangolare

 

Edificio proto geometrico  composto da uno zoccolo in pietra circondato da colonnato in legmo, 950 a.C.

L'edificio più antico conosciuto del mondo greco, scoperto nel 1981 a Lefkandi, in Eubea è una tomba.

 

Modelli evoluti di templi greci

I° Architettura medievale

Architettura preromanica

     

 Oddone da Metz.  Cappella Palatina. Veduta esterna attuale con l'Ottagono sormontato dalla cupola, 786-804

Ricostruzione della pianta originaria della cappella Palatina e la cupola.

Architettura romanica

 

La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano, 1099. Modena

Il Chiostro dei francescani (Cloître des Cordeliers), XIII sec.  Saint Èmilion, Nouvelle Aquitaine, Francia

   

La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano, 1099. Modena

Il Chiostro dei francescani (Cloître des Cordeliers), XIII sec.  Saint-Émilion, Nouvelle Aquitaine, Francia

  Architettura gotica

Martin Chambiges. Cattedrale di Beauvais, 1225. Francia

Abbazia di Sant'Antimo, Toscana . Veduta esterna, 781. Castelnovo dell’Abate, Toscana

Abside con deambulatorio e cappelle radiali.

II° Dall’architettura rinascimentale a quella del periodo fascista

I due modelli: quello a pianta rotonda e quello a pianta rettangolare su raffigurati sono stati posti alla base di tutta la progettazione architettonica sino alla seconda metà del ‘900.

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Donato di Angelo di Pascuccio detto il Bramante. Città ideale, XV sec. Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

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Una delle rappresentazioni pittoriche del concetto:

Città ideale (fine XV sec.), dipinto di anonimo fiorentino, conservato al Walters Art Museum di Baltimora.

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Raffaello Sanzio. Il matrimonio della vergine Maria, 1504

Architettura rinascimentale

Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola (1508 –1580), architetto, teorico dell'architettura e scenografo italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica di Venezia. Influenzato dall'architettura greco-romana, anzitutto da Vitruvio, è considerato una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale.

Risultati immagini per Andrea Palladio. Villa Almerico Capra, detta La Rotonda. 1567. Vicenza

Andrea Palladio. Villa Capra "La Rotonda", 1566-1571

Architettura barocca

Baldassare Longhéna (1596-1597–1682) architetto e scultore italiano della Repubblica di Venezia fra i più celebri e rappresentativi del suo tempo. Il Longhena fu profondamente influenzato da due sommi maestri del Cinquecento italiano, Jacopo Sansovino e Andrea Palladio. Pienamente inserito nelle correnti barocche del suo tempo, l'architetto riuscì a conferire ad alcune sue opere una sontuosità e degli effetti chiaroscurali carichi di un profondo drammatismo, riscontrabile soprattutto in quello che fu il suo capolavoro indiscusso, Santa Maria della Salute.

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Baldassarre Longhena. Santsa Maria della Salute, 1631-1687

Architettura illuminista

Étienne-Louis Boullée (1728–1799) architetto e teorico dell'architettura francese di difficile decifrazione, per via della mancata concretizzazione di grandissima parte delle sue idee, Étienne-Louis Boullée è uno dei maggiori interpreti del panorama architettonico del XVIII secolo e della cultura illuminista.  L'opera di Boullée poggia su due dati stilistici fondamentali: l'instaurazione di un rapporto diretto tra la natura e l'architettura, e l'accurato gioco di luci e di ombre. Infatti, nei suoi progetti usò volumi elementari, monolitici e di scala colossale, in modo da creare edifici con un valore simbolico accentuato e drammatizzato propriamente dal gioco delle luci e ombre.

 

Étienne-Louis Boullée. Prospetto frontale del Cenotafio di Newton, 1784

Étienne-Louis Boullée. Biblioteca Nazionale. Visione prospettica della seconda variante (1785 circa), Parigi.

Architettura neoclassica

Claude-Nicolas Ledoux (17361806), architetto e urbanista francese, è stato uno degli esponenti più importanti dell'architettura neoclassica. La sua straordinaria ricerca architettonica, simile in certi versi a quella di Étienne-Louis Boullée, giunse ad un linguaggio semplificato ed innovatore - usando forme pure: piramidi, sfere e cubi - che aspira a creare un'architettura "parlante", cioè simbolica, in grado, però, di comunicare la propria funzione civile.

Claude-Nicolas Ledoux, Progetto casa delle guardie campestri, 1790 circa, Parigi

Claude-Nicolas Ledoux. Barrière de Chartres, seconda metà XVIII. Parigi

 

Pietro Bianchi. Basilica di San Francesco di Paola, e piazza del Plebiscito, 1816. Napoli

WCarlo Amati, chiesa di San Carlo al Corso, 1832. Milano

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William Thornton,  Stephen Hallet, Benjamin Latrobe, Charles Bulfinch, Thomas U. Walter,

August Schoenborn. Facciata ovest del Campidoglio di Washington, 1793-1827, la cupola 1865

 Architettura del ventennio fascista

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Giovanni Guerrini,  Ernesto Lapadula. Il palazzo della Civiltà Italiana,

talora anche chiamato della Civiltà del Lavoro, 1938-1953 detto colosseo quadrato. Roma-eur

III°  Dall’architettura costruttivista a quella decostruttivista

I° Architettura costruttivista

 I costruttivisti russi degli anni venti del ‘900, per primi infransero l'equilibrio e la gerarchia della composizione classica avvalendosi anche di geometrie convesse e concave, mediante le quali dare origine a strutture che potessero condurre alla sovvertimento e abbandono della “purezza formale” per secoli perseguita.

Vladimir Tatlin, architetto, pittore e scultore russo

(Charkiv, 1885 – Mosca, 1953)

Risultati immagini per architettura costruttivisti russi

l monumento dedicato alla Terza Internazionale, 1919

Konstantin Stepanovič Melnikov, architetto e pittore russo

(Mosca, 1890 – Mosca, 1974)

Lo stadio di Mosca di Konstantin Stepanovič Melnikov non è pubblicato in nessuno dei  libri di storia dell’architettura moderna. Eppure l’architetto è considerato uno dei maggiori esponenti di quella strana avanguardia culturale che fu il costruttivismo e l’opera rappresentò una delle imprese edilizie più impegnative nella Mosca rossa dei primi decenni dopo la rivoluzione russa. Inaugurato nel 1930.

Konstantin Stepanovic Melnikov. Plastico della casa-studio cilindrica (1927)

 El Lissitzkij, pittore, fotografo, tipografo, architetto e grafico russo

Pseudonimo di Lazar' (o Eliezer) Markovič Lisickij

 (Počinok, 1890 – Mosca, 1941)

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 Wolkenbugel, 1923-25.

Lydia Komarova, architetto esponente dell'architettura socialista

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 Progetto per il palazzo del Comintern 1927

Lydia Komarova. Esempio di architettura socialista. OSA Group Il gruppo OSA (Organizzazione degli architetti contemporanei) è stata un'associazione di architetti in Unione Sovietica, che era attiva dal 1925-1930 e considerata il primo gruppo di architetti costruttivista.

Come vedremo alla fine del presente excursus, comune alla ricerca dei de-costruttivisti è proprio l'interesse per l'opera dei costruttivisti russi su citati, che, come se detto, per primi si avvalsero anche di geometrie convesse e concave, originanti strutture che potessero condurre alla destabilizzazione del formalismo che ha sorretto l’architettura classica e poi classicista, attuando così un completamento del radicalismo avanguardistico costruttivista. Da ciò scaturisce la particella “de” anteposta al termine costruttivismo, che sta ad segnalare la “deviazione” dalla originaria corrente architettonica presa a riferimento.

II° Architettura espressionista

Le radici dell'Espressionismo moderno vanno ricercate nelle tensioni socio-culturali, architettoniche, in generale artistiche che hanno prodotto lo stile, in fine ‘800 primi ‘900, dell'Art Nouveau. L'espressione «Art nouveau» fu usata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894, nella rivista belga L'Art moderne, per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde. Tuttavia sembra che questa dizione fu coniato dallo stesso Henry van de Velde insieme ai suoi connazionali Victor Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy.  Questo fu un movimento artistico e filosofico che influenzò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate. Noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty o arte nuova; in Francia Style Guimard, Style 1900 o École de Nancy (per gli oggetti d'arte); in Gran Bretagna Art Nouveau insieme alle definizioni in lingua di Modern Style o Studio Style, in Germania Jugendstil, in Austria Sezessionstil, nei Paesi Bassi Nieuwe Kunst (traduzione di Art Nouveau in olandese), in Polonia Secesja, in Svizzera Style sapin o Jugendstil, in Serbia e Croazia Secesija, in Russia Modern e, in Spagna, Modernismo.      L'Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi: architettura, decorazione d'interni e urbana, gioielleria, mobilio e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, arte funeraria.     L'Espressionismo maturo è un movimento culturale europeo circoscrivibile a circa un ventennio che coincide con i primi anni del 1900, inquadrabile nelle diverse avanguardie artistiche e sviluppato soprattutto in Germania tra il 1905 e il 1925. Si oppone concettualmente al razionalismo o, più propriamente,  all'architettura sachlich, detta anche "oggettiva". Nella sostanza, sia nelle arti figurative sia in architettura l'atteggiamento culturale espressionista è caratterizzato dalla negazione di ogni esperienza artistico-compositiva attuata a priori e dalla ricerca di un continuo rinnovamento linguistico. Per questo movimento è più importante l'esperienza diretta, che porta a scoprire la realtà nelle sue manifestazioni, piuttosto che l'acquisizione nozionistica derivante da un indottrinamento non esperito.   Non vi sono regole codificate in architettura dato che l'Espressionismo tende a negare una sintassi comunicabile, e a ricercare piuttosto in ogni opera le proprie regole creative e va quindi giudicata primariamente sul piano dello scontro tra realtà attuale  e  occorrenza.    Importante in questo ambito è la figura di Gottfried Semper (1803-1879), il quale è considerato come lo scopritore della policromia nell'architettura Greca ed è indicato come il proponente “l'ornamentazione dinamica”, ossia dell’espressione in grado di attivare particolari stati emotivi per mezzo del manufatto artistico. Egli crede che un edificio debba esprimere la propria essenza nella pianta e nell'involucro esterno.   

 Henry Clement van de Velde, architetto belga

(Anversa, 1863 – Oberägeri, 1957)

L'influenza espressionista si può rilevare particolarmente nelle opere di questo architetto,  pittore,  arredatore e progettista di mobili belga. Nelle sue architetture egli mostrò un distacco totale dagli stili compositivi del passato. Dal 1893 cominciò a dedicarsi anche alle arti applicate.

 

Henri van de Velde, Werkbund Theater, 1913-14

Bruno Taut, architetto e urbanista tedesco

 (Königsberg, 1880 – Istanbul, 1938)

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Expo di Colonia, 1914.

Edificio detto ferro di cavallo nel quartiere "Hufeisensiedlung", Berlino, 1925

Hans Poelzig, architetto tedesco

(Berlino – Berlino, 1936)

Il teatro di Berlino Grosses Schauspielhaus, 1919. considerato una delle opere più notevoli dell'architettura espressionista.

 

Erich Mendelsohn, architetto tedesco

(Allenstein, 1887 – San Francisco,  1953) architetto tedesco)

Schizzo per edificio industriale, 1914   

Einstein Tower, 1921. Potsdam, Germany

 

Johann Friedrich (Fritz) Höger, architetto tedesco

(Bekenreihe, 1877 Bad Segeberg, 1949) architetto tedesco.

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Chilehaus, costruito tra il 1922 e il 1924 ad Amburgo

III° Architettura sachlich od oggettiva e Movimento moderno

Per architettura sachlich (il termine tedesco sachlich è traducibile in italiano con "oggettivamente", quindi si potrebbe tradurre con architettura oggettiva, in lingua madre Zielarchitektur), si intende quella corrente architettonica che si oppone all'espressionismo. Si parte dal concetto filosofico, secondo il quale nella società attuale l'individuo è totalmente assoggettato alla massa. Per questo motivo l'architettura deve essere al servizio della moltitudine, e non deve essere libera espressione del talento di un singolo individuo né al servizio di un unico utente (anche se risponde alle precise richieste di quest'ultimo). Un architetto non deve pertanto progettare seguendo i suoi sentimenti o la sua sensibilità, bensì seguire ciò che oggettivamente serve in quel contesto ed in quell'epoca al cittadino medio. Una sorta di architettura razionalista, ma che parte da basi diverse, come sostiene colui che ha inventato il termine, ovvero Hannes Meyer. Il movimento fu riscoperto negli anni '30 col nome di Neue sachlichkeit. Si parla anche di "architettura per il popolo", in quanto le regole architettoniche di base sono evinte da un approfondito studio della popolazione.

Hannes Meyer, architetto svizzero

(Basilea, 1889 – Lugano, 1954)

Esponente dell'ala più politicizzata e funzionalista del Movimento Moderno. Fu direttore del Bauhaus (1928-30) ed è ricordato soprattutto per il progetto della Petersschule di Basilea (1926) e per quello per il concorso per la sede della Società delle Nazioni a Ginevra (1927).

Petersschule di Basilea, 1926

IV°   Movimento Moderno in architettura

Gli architetti: Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto e Ludwig Mies van der Rohe sono ricordati come maestri del Movimento Moderno in architettura.

Frank Lloyd Wright, architetto statunitense

(Richland Center, 1867 Phoenix, 1959)  

Fallingwater o Casa sulla cascata (1935)

Museo Solomon R. Guggenheim. 1943.  Museo di arte moderna e contemporanea, fondato nel 1937, New York. L'ampia copertura vetrata del museo

Walter Adolph Gropius, architetto, designer, urbanista tedesco. Uno dei fondatori del Bauhaus

(Berlino, 1883 Boston, 1969)

 

Le Officine Fagus, 1911. Patrimonio dell'Umanità  --  La sede del Bauhaus a Dessau, 1925-1926

Gropius House, 1938 in Lincoln, Massachusetts

Hugo Alvar Henrik Aalto, architetto, designer  finlandese

(Kuortane, 1898 Helsinki, 1976)

I dormitori del M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology, Cambridge,Massachusetts, Stati Unit), 1947-1948 - La sinusoidalità della struttura è conforme all'esigenza di offrire alla popolazione studentesca un ambiente confortevole e accogliente

 

Il sanatorio di Paimio, con il suo apparato illuminativo accuratamente studiato per rendere più piacevole la degenza dei malati, felice espressione dell'esigenza aaltiana di rendere l'architettura un'arte sociale al servizio dei bisogni più intimi e autentici dell'uomo

La sensibilità luministica aaltiana è palpabile nella chiesa di Santa Maria Assunta di Riola, in provincia di Bologna

Il legno informa gran parte delle costruzioni aaltiane (nell'immagine la Heilig-Geist-Kirche di Wolfsburg, in Germania

Charles-Edouard Jeanneret-Gris, Le Corbusier, architetto svizzero-francese

(La Chaux-de-Fonds, 1887 – Roccabruna, 1965),

Villa savoye veduta .JPG

Ville Savoye, 1928 - 1931. Manifesto del cosidetto 'cubismo architettonico'

Le Corbusier, nel suo testo teorico 'Vers une architecture', 1923, uno dei testi fondanti del Movimento moderno, aveva enunciato i cinque punti dell'architettura moderna, basati sulla sostituzione dei muri portanti con uno scheletro in cemento armato:

  1. I Pilotis (pilastri) sostituiscono i voluminosi setti in muratura che penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da fondazioni, creando invece dei sostegni molto esili, poggiati su dei plinti, su cui appoggiare poi i solai in calcestruzzo armato. L'edificio è retto così da alti piloni puntiformi, di cemento armato anch'essi, che elevano la costruzione separandola dal terreno e dall'umidità. L'area ora disponibile viene utilizzata come giardino, garage o – se in città – per migliorare la viabilità facendovi passare le strade.
  2. Il Toit terrasse (tetto a terrazza) ha la funzione di restituire all'uomo il suo rapporto con il verde, che non è solo sotto l'edificio ma anche e soprattutto sopra. Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e vengono seminati erba e piante, che hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare anche una piscina. Il tetto giardino è un concetto realizzabile anche grazie all'uso del calcestruzzo armato: questo materiale rende infatti possibile la costruzione di solai particolarmente resistenti in quanto resiste alla trazione generata dalla flessione delle travi (gravate del peso proprio e di quanto vi viene appoggiato), molto meglio dei precedenti sistemi volti a realizzare piani orizzontali.
  3. Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno scheletro portante in cemento armato che elimina la funzione delle murature portanti che "schiavizzavano" la pianta dell'edificio, permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento.
  4. La Façade libre (facciata libera) è una derivazione anch'essa dello scheletro portante in calcestruzzo armato. Consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi trasparenti.
  5. La Fenêtre en longueur (o "finestra a nastro") è un'altra grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno.

Questi canoni sono stati applicati in una delle sue più celebri realizzazioni, la Villa Savoye a Poissy, nei dintorni di Parigi.

 

Villa Jeanneret-Perret, detta anche Maison blanche, a La Chaux-de-Fonds, Svizzera, (1912).

Palazzina al Weißenhofsiedlung di Stoccarda, dove sono adottati i "cinque punti", 1927

Unità d'abitazione a Berlino, 1957

Ludwig Mies van der Rohe, architetto e designer  tedesco

(Aquisgrana, 1886 – Chicago 1969)

Mies lavora con la rivista G. Material fur elementare Gestaltung, che nasce nel luglio 1923 e uscirà solo per sei numeri fino al 1926; in questa rivista si incontrano le filosofie dei dadaisti, neoplasticisti, costruttivisti e surrealisti. Questi nuovi linguaggi in ambito architettonico, portano Mies ad avere una sua opinione, la quale verrà esposta da Walter Rietzler, direttore della rivista del Deutscher Werkbund Die Form:  La forma è davvero uno scopo? Non è piuttosto il risultato del processo del dare forma? Non è il processo essenziale? Una piccola modifica delle condizioni non ha come conseguenza un altro risultato? Un'altra forma? Io non mi oppongo alla forma, ma soltanto alla forma come scopo. Lo faccio sulla base di una serie di esperienze e di convinzioni da queste derivate. La forma come scopo porta sempre al formalismo.    Con queste parole Mies intende dire che la forma non è il punto da cui partire ma solo il risultato finale del processo progettuale, in cui però è essenziale il procedimento.

 

Villa Tugendhat a Brno, tra le opere più note di Mies van der Rohe in Europa

 

Il Padiglione di Barcellona fu progettato da Mies van der Rohe nel 1929 per l'Esposizione Universale di Barcellona del 1929. Demolito dopo l'esposizione, è stato ricostruito fra il 1983 e il 1989.

Il Seagram Building a New York, progettato insieme a Philip Johnson (1958)

 V° Nuovo classicismo

 Vittorio Gregotti, architetto, designer italiano

(Novara, 1927) architetto, saggista e designer)

Fin dalle prime opere, che si inseriscono nel clima di recupero di valenze formali e tecniche di tradizioni precedenti il movimento moderno, il concettualismo compositivo di Gregotti tende a ricercare un possibile dialogo tra contesto geografico e testo architettonico, interrelato con un tormentato rapporto con la storia

Vittorio Gregotti Associati.  Università della Calabria a Rende (concorso 1974-costruzione dal 1977)

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Vittorio Gregotti. Il quartiere la Bicocca, Milano, 1993

Vittorio Gregotti. 1969 Quartiere per 20.000 abitanti ZEN (acronimo di Zona Espansione Nord), Palermo

Aldo Rossi, architetto italiano

(Milano, 1931 – Milano, 1997)

Nuovo cimitero di San Cataldo, Modena - Tra gli anni ’70 e ’80

Risultati immagini per Perugia, Centro Direzionale Fontivegge, 2007, (Arch. Aldo Rossi)  Risultati immagini per Casa Aurora, Torino

Centro Direzionale e commerciale Fontivegge a Perugia, 1988

Casa Aurora, Torino, c.so Giulio Cesare angolo c.so Emilia, 1987.

 

Museo Bonnefanten e Museo d'Arte Moderna, Maastricht, Olanda, 1995

Mario Botta, architetto svizzero

(Mendrisio, 1º aprile 1943)

Mario Botta, architetto svizzero, è molto influenzata da Le Corbusier e da Carlo Scarpa (Venezia, 1906 – Sendai, 1978, architetto, designer) La sua architettura risulta caratterizzata da un notevole pragmatismo e dalla creazione di uno spazio architettonico forte e geometrico, sovente rivestito con mattoni in cotto edificati con un attento disegno del particolare architettonico: un'architettura concepita sia come arte capace di fondersi in maniera armoniosa con la natura, le culture e le storie dei territori, sia come testimone concreta dei vissuti storici e delle aspirazioni umane.   Egli fa importanti afferrmazioni che io condivido profondamente: "La natura deve essere parte dell'architettura così come l'architettura deve essere parte della natura; i due termini sono reciprocamente complementari. L'architettura descrive il progetto dell'uomo, l'organizzazione dello spazio di vita e quindi è un atto di ragione, di pensiero, di lavoro. Proprio per questo è sempre "dialogo" e confronto con la natura. Io credo che l'architettura porti con sé l'idea del sacro, nel senso che è espressione del lavoro dell'uomo. L'architettura non è solo un'organizzazione materiale; anche la più povera delle capanne ha una sua storia, una sua dignità, una sua etica che testimonia di un vissuto, di una memoria, parla delle più segrete aspirazioni dell'uomo. L'architettura è una disciplina dove - più che in altri settori - la memoria gioca un ruolo fondamentale; dopo anni di lavoro mi sembra di capire come il territorio su cui opera l'architetto si configuri sempre più come "spazio della memoria"; il territorio fisico parla di una storia geologica, antropologica, ma anche di una memoria più umile legata al lavoro dell'uomo. Ecco che allora, da questo punto di vista, l'architettura porta con sé un potenziale di sacro perché‚ testimonia una saggezza "del fare" con gioie e fatiche che trasmettono sentimenti ed emozioni che appartengono alla sfera spirituale. Di fronte ad una casa o ad una chiesa proviamo un'emozione che non è solo data dal fatto costruttivo in sé‚ ma dai significati simbolici e metaforici".   "Disegnare uno spazio rivolto al sacro dopo avere condiviso le emozioni offerte dai tratti intimisti di Klee, o le provocazioni delle gesta sovrumane di Picasso, può apparire ingenuo, impossibile dentro la precarietà del nostro essere: un compito fuori misura all'interno della povertà espressiva che ci è data. Eppure è anche compito urgente e vivo dal quale non possiamo sottrarci se ancora crediamo nella possibilità di affermare alcuni valori fondamentali. "   Sulla luce e gli spazi in architettura "Nell'opera di architettura la luce genera lo spazio: senza luce non esiste spazio. La luce naturale dà corpo alle forme plastiche, modella le superfici dei materiali, controlla ed equilibra i tracciati geometrici. Lo spazio generato dalla luce è l'anima del fatto architettonico. I volumi costruiti concorrono alla definizione degli spazi che nel progetto architettonico restano l'obiettivo finale; è il vuoto che detta le relazioni spaziali e funzionali, che controlla i tracciati visivi, che genera possibili emozioni, attese, interpretazioni".  "La luce, per l'architetto, è il segno visibile del rapporto che esiste tra l'opera di architettura e i valori cosmici dell'intorno, è l'elemento che modella l'opera nello specifico contesto ambientale, ne descrive la latitudine e l'orientamento, relaziona il manufatto con le particolarità ambientali".

Casa di Pregassona, Svizzera è del 1979-1982 - Casa rotonda a Stabio, Svizzera (1980)

Galleria d'arte contemporanea Watari-um, 1985-1988. Tokyo

La cilindrica chiesa di San Giovanni Battista, esempio di architettura in granito e marmo, venne eretta tra il 1994 e il 1996,

 

SFMoMA, museo d'arte moderna, 1995. San Francisco, USA  - 

Centro benessere Tschuggen Berg Oase, 2003-2006. Arosa, Svizzera.

VI° Architettura postmoderna - Citazionismo

L'architettura postmoderna definisce alcune esperienze che iniziarono a manifestarsi dagli anni cinquanta del XX secolo, e che divennero un movimento solo nella seconda metà degli anni settanta. Il Postmoderno in architettura si caratterizza per il ritorno dell'ornamento e per il citazionismo ed è considerata una risposta al formalismo dell'International Style e del modernismo. Per il fatto che siano riapparse le citazioni e gli ornamenti questa architettura è stata anche definita neoeclettica,

James Stirling, architetto britannico

(Glasgow, 1926 – Londra, 1992)

 Neue Staatsgalerie Stuttgart, 1977-1984

 

Charles Wuillard Moore, architetto statunitense

(1925–1993),

Charles Moore, August Perez + Associates "Piazza d'Italia New Orleans", 1974-78

 

August Perez III,  architetto, New Orleans, Louisiana .

(1933-2014) 

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 Una scena della Fiera mondiale del 1984

VII° Architettura additiva

Jørn Utzon, architetto danese

(Copenaghen, 1918 – Copenaghen,  2008)  

Utzon aveva un sentimento di preoccupazione per la natura nordica. Egli, nel suo progetto, enfatizzava la sintesi di forma, materiale e funzione per i valori sociali.  Il suo fascino per le eredità architettoniche degli antichi Maya, il mondo islamico, la Cina e il Giappone ha migliorato la sua visione  concretizzatasi in quello che Utzon in seguito definì, nel 1965: "Additive Architecture"  sul muro. , incentivata dal suo approccio con i modelli di crescita della natura. Egli ha valutato un mondo additivo in cui sia le forme naturali che quelle culturali hanno contribuito a sistemi e gerarchie addizionali. Un disegno può crescere come un albero, ha spiegato: "Se cresce in modo naturale, l'architettura si prenderà cura di se stessa".    Utzon, si rese conto che la sua stessa architettura rifletteva lo stesso principio, proprio come le transizioni nelle società primitive tra famiglia, villaggio e mondo circostante hanno legami visibili che rivelano differenze, relazioni e distanze. Utzon ha osservato l'approccio additivo nei templi cinesi, le cui strutture in legno sovrapposte sono sostanzialmente identiche, differendo solo dalle dimensioni dell'edificio.  Già in un saggio intitolato "The Innermost Being of Architecture", 1948 affermò: "Qualcosa della naturalezza che si trova nel principio di crescita in natura dovrebbe essere un'idea fondamentale nelle opere di architettura". La Sydney Opera House, 1956-1973 è la manifestazione cobcreta delle sue idee.

La Sydney Opera House, 1956-1973

VIII°  Architettura High Tech o Tardo Modernismo

Joan Kron e Suzanne Slesin, nel 1978, con la loro pubblicazione: 'High-Tech: The Industrial Style and Source Book for The Home' nomarono ‘High Tech’ lo stile architettonico sviluppatosi negli anni '70, il quale venne indicato anche come 'tardo modernismo', poiché, inizialmente questa l'architettura sembrò una rivisitazione del Modernismo, ossia uno sviluppo delle idee precedenti supportate da una più intensa innovazione dei supporti tecnologici.     Nei fatti, in questo periodo, fa da ponte tra il Modernismo ed Postmodernismo, e si colloca prima dell’avvento del Post-Postmodernismo.    Gli edifici High Tech pongono in essere strutture in vetro e acciaio, prendendo esempio dall'architettura moderna e, in particolare, dagli edifici commerciali di Mies van der Rohe    Il motivo per cui si guarda retrospettivamente all’architettura moderna è dovuto alla disillusione crescente nella realizzazione delle piante dello sviluppo urbano proposto da Le Corbusier. Molte abitazioni di questo architetto erano realizzate con forme standardizzate e ciò ebbe un grande ruolo nell’indurre alla noia. Nei fatti, l’adesione per la costruzione di edifici economici condusse a costruzioni con finiture di qualità estremamente bassa, per cui molti quartieri residenziali cosi concepiti degenerarono appunto qualitativamente.    L'High Tech. è una risposta che porta il Modernismo agli estremi e, nel farlo, crea un'estetica basata sul seduzione delle innovazioni tecnologiche.     Essa ha sviluppato un linguaggio libero da ornamenti e ha confezionato dei "contenitori", la cui forma è indipendente dalla funzione svolta al suo interno. L'edificio High Tech permette di compiere molteplici e differenti funzioni al proprio interno, poiché questo spazio è suddiviso, sia orizzontalmente che verticalmente, seguendo una pianta libera, una griglia modulare, la quale  consente il controllo di tutto l'edificio. Oltre alla flessibilità interna, l'edificio High Tech è studiato affinché anche la facciata possa essere ripetuto modularmente (sia longitudinalmente sia in profondità).     Ora fi fa un uso frequente di elementi prefabbricati.    I moduli di servizio sono posti al fianco delle unità spaziali principali e contengono i servizi e gli impianti che ne comprometterebbero la funzionalità, se disposti all'interno.   Un'importante peculiarità dell'architettura High Tech è la trasparenza dell'involucro;  con l'approccio tecnologico, infatti, si ritiene necessario mostrare con limpidezza l'organizzazione costruttiva, seguendo il concetto: "è High Tech se si vede". Vi è quindi l'esposizione dei componenti tecnici e funzionali della costruzione.    Ma l’aspetto che acquista fondamentale importanza per l’architetto High-Tech è quello di una fiducia incondizionata nelle potenzialità della tecnologia, la quale è ritenuta capace di migliorare il mondo. Ciò è particolarmente evidente nei progetti proposti da Kenzo Tange da realizzarsi in Giappone durante il boom edilizio negli anni sessanta.

Tange Kenzō architetto e urbanista giapponese

(Osaka, 1913 – Tokyo, 2005)

Il museo della Pace di Hiroshima, 1950

 

Lo Yoyogi National Gymnasium. Arene olimpiche di Tokyo, 1963 - L'Expo 1970 ad Osaka. La Festival Plaza dell'Expo 1970

Richard Rogers,  architetto italiano naturalizzato inglese

(Firenze, 1933)

Richard Rogers - Renzo Piano.  Centre Georges Pompidou, Parigi, 1971-1977

 

Renzo piano, architetto italiano

(Genova, 1937)

   

Il Nemo (National Center for Science and Technology), 1992-1997. Amsterdam

Shard London Bridge (The Shard - la scheggia), 2000-2012. Londra

Il "Zentrum Paul Klee", 2005. Berna

 

Norman Foster, architetto inglese

(Reddish, Stockport, Regno Unito, 1935)

 

Hong Kong and Shangai Bank 1979 - 1986. E' uno dei primi esempi di edificio intelligente.

Questo edificio, dispone di un sistema centralizzato di controllo; in particolare un sistema di microprocessori gestisce un insieme di specchi mobili, posti esternamente alla copertura, così da seguire il movimento del sole durante il giorno, permettendo, in questo modo, una costante illuminazione delle zone più interne dell'atrio.  Ulteriore luce naturale proviene dall’uso di specchi, regolati dal computer, che riflettono la luce sempre nell’atrio.    Foster disegnò un’intelaiatura che parte da cinque enormi strutture, sostenute da otto gruppi di quattro colonne d’acciaio ricoperte di alluminio. In sostanza si tratta di una struttura “appesa”, i cui piani pendono dall’alto anziché salire dal basso.     Questo disegno permise di svuotare il nucleo centrale dell’edificio, consentendo di realizzare un atrio di dimensioni assai grandi e dotato di copiosa luminosità.  Sono visibili ingranaggi, motori, catene e altre parti mobili degli ascensori e delle scale mobili (per questo è stato soprannominato “robot building”).

Clyde Auditorium, Glasgow  -   Sede centrale della compagnia J Sainsbury plc, Londra

La City Hall. 2002  -   La scala elicoidale all'interno della City Hall

Le cupole geodetiche

La prima cupola geodetica propriamente detta fu progettata poco dopo la prima guerra mondiale da Walter Bauersfeld, ingegnere capo delle industrie ottiche Carl Zeiss, per alloggiare il proiettore di un planetario: la cupola fu brevettata e costruita nel 1922 dalla ditta Dykerhoff and Wydmann sul tetto degli impianti Zeiss di Jena, in Germania, e aperta al pubblico nello stesso anno.

Le cupole geodetiche progettate da Fuller tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso erano costruzioni sferiche in grado di coprire spazi di grandi dimensioni, costituite da elementi modulari metallici a forma di esaedro o ottaedro.    La cupola geodetica è una struttura emisferica composta da una rete di travi giacenti su cerchi massimi (geodetiche). Le geodetiche si intersecano formando elementi triangolari che giacciono approssimativamente sulla superficie di una sfera; i triangoli sono tutti molto simili tra loro ed essendo rigidi garantiscono la robustezza locale, mentre le geodetiche formate dai loro lati distribuiscono gli sforzi locali sull'intera struttura.    La cupola geodetica è l'unica struttura costruita dall'uomo che diventa proporzionalmente più resistente all'aumentare delle dimensioni. Quando la struttura forma una sfera completa, viene detta sfera geodetica.

 

La cupola di Monteal. Esposizione in Montreal, 1967misurava 76 m di diametro e 41,5 m di altezza.

IX° Decostruttivismo

Il teorico del  Decostruttivismo è il filosofo francese Jacques Derrida (Algeri, 15 luglio 1930 – Parigi, 9 ottobre 2004) e la nascita del movimento è avvenuta mediante una mostra organizzata a New York nel 1988 da Philip Johnson, nella quale per la prima volta, appare il nome di questa nuova tendenza architettonica, che fu definita “Deconstructivist Architecture”.  Nella mostra di New York furono esposti progetti di Frank O. Gehry, Daniel Libeskind, Rem Koolhaas, Peter Eisenman, Zaha Hadid, Bernard Tschumi e del gruppo Coop Himmelb(l)au.  In quella esposizione è stata presentata un'architettura sovente contrapposta al movimento Postmoderno.  I suoi criteri, contrastanti il precedente razionalismo architettonico, vogliono de-costruire ciò che è costruito non usando la geometria euclidea: operando "senza geometria", ossia usando programmaticamente la geometria euclidea, e non avvalendosi delle strutture e dei particolari architettonici, che sono sempre stati visti come parte integrante delle costruzioni architettoniche precedenti. Quella de-costruttivista è architettura, in sostanza, che avvolge o dispiega le superfici  e i volumi che la costituiscono in modo da ottenere una nuova visione del contesto e dello spazio architettonico articolato, il quale si presenta ora costituito da un ordine molto più simile a quello che la natura dispensa quando, ad esempio da forma all’albero o, ancor meglio, a un’orchidea: un ordine caratterizzato da una geometria asimmetrica, apparentemente instabile, non sottoposta alla necessità, completamente diverso da quello molto astratto prodotto dalla rigorosa applicazione della geometria euclidea.    In conclusione si può aggiungere che il Decostruttivismo sia forse l'ultimo, in ordine di tempo, degli "stili architettonici internazionali".

Frank O. Gehry, architetto canadese

(Frank Owen Goldenberg, Toronto, 1929)

Chiat Day Mojo, 1985-91  - Quest'opera mi consente di proporre una riflessione importante. Per realizzare quest'opera, Gehry collabora con gli artisti Oldenburg e van Bruggen. L’immagine è emblematica per innescare un dibattito sulla sperimentazione in ambito architettonico, nel momento in cui le tematiche presenti nel mondo attuale, dal punto di vista della qualità della vita, sono tali da dover costringere a elaborare soluzioni complesse. In questo momento si hanno alcune correnti, tra le più recenti, che dimostrano la tendenza di far prevalere l’aspetto artistico rispetto a quello architettonico propriamente detto, per cui, da un punto di vista concettuale, dare spazio all’immagine ispirandosi maggiormente ai diversi linguaggi artistici già conosciuti, vedi dada, pop-art, op-art, ecc.; però nasce un dubbio: quanto la commistione tra arte e architettura sia giustificata essendo quest’ultima legata ai suoi principi fondanti quali l’armonia compositiva, la funzione, il rispetto dell’ambiente, la scelta dei materiali in rapporto al contesto in cui si va ad operare ecc., .    Nei fatti, nel Decostruttivismo è presente questa tendenza, poiché la funzione a cui è destinata l’opera da realizzarsi è subordinata al suo aspetto “scultoreo”. A proposito di ciò, l’architetto Mark Wigley, autore di importanti saggi nei quali sono presenti i caratteri distintivi del Decostruttivismo, afferma che: "la decostruzione non è semplicemente architettonica. E’ piuttosto una sostituzione del concetto tradizionale di architettura". Osservando il modo di operare di  Gehry è evidente il diverso appressamento che l’architetto-artista ha con il progetto: la casualità, con cui prende forma l’oggetto in miniatura che, dopo diversi aggiustamenti dei suoi collaboratori sotto il suo comando, secondo il proprio indiscutibile e sicuro giudizio estetico, si trasformerà in seguito in una “scultura gigantesca”.

Chiat Day Mojo, 1985-91 - This work allows me to propose an important reflection. To make this work, Gehry collaborates with Oldenburg and van Bruggen. The image is emblematic for triggering a debate on experimentation in the architectural field, when the issues present in the current world, from the point of view of quality of life, are such as to compel to elaborate complex solutions. At this moment there are some currents, among the most recent ones, which demonstrate the tendency to make the artistic aspect prevail over the architectural one, so that, from a conceptual point of view, give space to the image by drawing more attention to the different already known artistic languages, see dada, pop-art, op-art, etc .; but a doubt arises: how much the commingling between art and architecture is justified - being the latter linked to its founding principles such as compositional harmony, function, respect for the environment, the choice of materials in relation to the context in which goes to work etc., -. In fact, this tendency is present in Deconstructivism, since the function for which the work is intended to be realized is subordinated to its "sculptural" appearance. Regarding this, the architect Mark Wigley, author of important essays in which the distinctive characteristics of Deconstructivism are present, states that: "deconstruction is not simply architectural, it is rather a substitution of the traditional concept of architecture". Observing Gehry's way of working, the different approach that the architect-artist has with the project is evident: the randomness with which the miniature object takes shape, after several adjustments by his collaborators under his command, according to the an indisputable and sure aesthetic judgment, it will later be transformed into a "gigantic sculpture".

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Frank O. Gehry. Casa Danzante, Praga, 1995   -   Frank Gehry and Vlado Milunic 1995.

Lo stile costruttivo di questo edificio sta tra il Neobarocco, il Neogotico e l'Art Nouveau. - The building style of this building lies between the Neo-Baroque, the Neo-Gothic and the Art Nouveau.

Frank O. Gehry. Guggenheim Museum, Bilbao, 1993-1997

Il Museo Guggenheim è indiscutibilmente una pietra miliare dell'architettura contemporanea e del nuovo modo di concepire il rapporto tra contenitore e contenuto negli edifici museali, diventando anch’esso opera d’arte. E' esemplare notevole dell'architettura contemporanea inserendosi perfettamente nel contesto ambientale; seppur in forte contrasto a causa del rivestimento in titanio la struttura principale è radicalmente scolpita seguendo contorni quasi organici.  Visto dall'alto l'edificio mostra senza ombra di dubbio la forma di un fiore.    La progettazione e la realizzazione di una struttura così complessa è stata resa possibile grazie all'uso dei più moderni software di progettazione e di calcolo (il programma usato è lo stesso che è adoperato in Francia per la progettazione degli aerei militari).

 

Frank O. Gehry. Walt Disney Concert Hall, Los Angeles, 2003

 

Frank O. GehryLou Ruvo Brain Institute, Las Vegas, 2009

 

Zaha Hadid, architetto iraniana

(Baghdad, 1950 – Miami, 2016)

 

Performing-arts-centre, Abu Dhabi, 2007

 

Burnham-Pavilion-Zaha-Hadid-Chicago-2009

 

The London Aquatics Centre was one of the main venues of the 2012 Summer Olympics in London.  il London Aquatics Centre è stato uno dei luoghi principali delle Olimpiadi estive 2012 a Londra.

Zaha Hadid, University of Vienna, 2014

The powerful curves of Zaha Hadid's Dongdaemun Design Plaza in Seoul are unforgettable. It opened in 2014.   Le potenti curve del Dongdaemun Design Plaza di Zaha Hadid a Seoul sono indimenticabili. Ha aperto nel 2014.

 

Progetto per realizzare il Quartiere degli affari di Praga, 2014

Torre dell'Innovazione, Università Politecnica di Hong Kong, 2014

Il gioiello di Anversa

Risultati immagini per Zaha Hadid Dettaglio dell’incastro  tra vecchia e nuova costruzione. (Foto Tim Fisher)

Port House Antwerp, Anversa 2015

Il Centro Culturale Internazionale Changsha Meishihu non realizzato

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